Nell’ambito delle iniziative finalizzate a celebrare la ricorrenza dei settant’anni del ritorno di Trieste all’Italia, presso la Sala Selva di Palazzo Gopcevich, la Fototeca dei Civici Musei di Storia ed Arte presenta un lunario fotografico scandito in quindici mesi.
Il diario visivo documenta, con ricercata densità informativa, i tragici giorni del novembre 1953 fino all’effervescenza connessa al ritorno all’Italia dell’ottobre 1954.
Lungo il percorso circa trecento fotografie arricchite da alcuni oggetti iconici d’epoca tra cui la Topolino, la Lambretta, la radio Geloso, il vinile originale di Vola Colomba, giocattoli, macchine fotografiche, documenti e riviste.
Un’accurata ricognizione dei fondi dei fotografi Ugo Borsatti, Adriano de Rota, Livio Amstici, Gianni Anzalone, dell’agenzia fotografica Giornalfoto, dell’archivio fotografico comunale e dell’archivio donato dalla famiglia del Sindaco Gianni Bartoli, tutti conservati in Fototeca, incrociata con l’analisi di altre fonti documentali e bibliografiche coeve, consente una sorta di rendicontazione che mira a illustrare i grandi e piccoli eventi occorsi, senza alcuna pretesa di completezza ed esaustività.
Nel 1953 e nel 1954 la questione di Trieste è molto presente nella stampa nazionale e internazionale: i fotografi, non solo triestini, rivestono un ruolo significativo nel raccontare la città per immagini con inedita incisività.
I rotocalchi, grazie allo sviluppo dell’informazione nel Dopoguerra, danno conto del rovesciamento del rapporto tra testo e immagine, privilegiando la vocazione educativa della fotografia orientata alla costruzione di un’identità collettiva. I reportage, le fotocronache prediligono le immagini accompagnate da didascalie e brevi articoli a cui viene lasciato un ruolo del tutto sussidiario.
Alle foto iconiche si affiancano quelle inedite o meno note che descrivono in bianco e nero la povertà e l’opulenza, il dramma dell’esodo e gli eventi culturali, sportivi o mondani, gli scontri e le manifestazioni patriottiche: contrasti tra mondi lontani e conflittuali che richiamano l’humus neorealista.
Sono immagini evocative quelle depositate negli archivi che hanno il pregio di mettere in evidenza storie, fatti, oggetti, opere, autori, personalità, relazioni in alcuni casi sconosciuti o inesplorati.
Palazzo Gopcevich, Sala Selva
Via Rossini 4
dalle 10 alle 17
tutti i giorni tranne il lunedì
dal 4 ottobre fino all’8 dicembre 2024
INGRESSO LIBERO